Storia dell’Opera: il Novecento in Francia da Debussy a Messiaen.

IL Novecento in Francia

 

Il Novecento in Francia comincia con un avvenimento teatrale di fondamentale importanza: la prima rappresentazione di “Pelleas et Melisande” (1902) di Claude Debussy (1862-1918), su libretto di Maurice Maeterlinck. Quest’opera di Debussy si pone da un lato come la più importante antitesi alla magniloquenza della drammaturgia wagneriana, e, dall’altro come il vertice ed il punto di partenza del nuovo modo di affrontare il teatro in musica. Debussy opera una vera e propria rivoluzione di quello che era stato il mondo della lirica fino a quel momento. “Non seguirò gli errori del teatro lirico”, egli affermava, “dove la musica predomina insolentemente, dove la poesia è soffocata da un rivestimento musicale troppo pesante. Bisogna cantare soltanto quando ne vale la pena: ci vogliono differenze, a tratti è necessario dipingere per chiaroscuri e contentarsi di un quadro in grigio…….“. Basterebbero queste parole per capire il mondo musicale del “Pelleas”.

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Claude Debussy

Aggiungiamo comunque che in quest’opera tutto sembra anti-teatrale, dall’orchestra, costantemente delicata nel dipanare melodie sempre nuove, perennemente sospese, al canto che, anche nei momenti di maggior trasporto, sembra filtrato dai raggi lunari, in un’atmosfera perennemente misteriosa. È proprio questa componente, il mistero, che domina nell’intera partitura e che fa vagare i suoi personaggi nell’inconsapevolezza del loro destino. La musica di Debussy rappresenta dunque l’inquietudine del nuovo, una nuova condizione dell’uomo. Un’opera con tali presupposti, non poteva certo avere un’accoglienza trionfale. Ma se la prima rappresentazione fu un fiasco, in breve tempo l’ammirazione per il “Pelleas et Melisande” crebbe in un successo che si diffuse anche fuori dai confini della Francia.
Gli influssi di Debussy appaiono evidenti in “Ariane et Barbe-Bleue” (1907) di Paul Dukas (1865-1935). L’opera rappresenta sicuramente la prima risposta al nuovo linguaggio teatrale che in Dukas assume contorni più definiti e teatralmente più vividi.

Maurice Ravel - il novecento in francia
Maurice Ravel

Negli anni a seguire ottennero un particolare successo i deliziosi atti unici di Maurice Ravel (1875-1937): “L’Heure espagnole” (1911) e “L’enfant et les sortileges” (1925). Definito da Stravinskij “un orologiaio svizzero”, nella musica del Novecento egli rappresenta l’ultimo tentativo di un recupero attivo della tradizione classica francese: rivissuta non attraverso una mediazione neoclassica, ma spingendo alle estreme conseguenze, senza sconfinare nell’atonalismo, le conquiste più avanzate di una tecnica moderna saldamente ancorata al sistema diatonico, spesso avvalendosi delle risorse attinte al modalismo.

Altri importanti nomi della scuola francese sono Albert Roussel (1869-1937) con la raffinatissima “Padmavati” (1923), tratta da una leggenda orientale e Arthur Honegger (1892-1955). Le sue composizioni più famose, “Le roi David” (1921) ed in particolare “Jeanne d’Arc au bucher” “Giovanna d’Arco al rogo”, (1938), a metà tra l’opera e l’oratorio, sfoggiano un linguaggio musicale estremamente eclettico, ricco di citazioni di temi musicali sacri e profani.

Darius Milhaud - il novecento in francia
Darius Milhaud

Darius Milhaud (1892-1974) è uno dei compositori più politici della sua generazione. Maestro nel genere degli atti unici, il più celebre è “Le pauvre matelot” (“Il povero marinaio”, 1927), sì è anche cimentato in lavori di grande impegno teatrale come il “Christophe Colomb” (1930), opera che oggi potremmo definire multimediale, perché prevedeva l’uso di vari mezzi espressivi, uno per tutti e allora tra i più nuovi, il cinema. Nelle ultime generazioni del teatro musicale francese va ricordato Francis Poulenc (1899-1963), con la sua opera più famosa “Les dialogues des carmelites” (“I dialoghi delle carmelitane”, 1957), lavoro che emana un profondo senso religioso evidenziato nel testo di Georges Bernanos. La musica è scarna e come in Debussy cerca di dare il massimo rilievo al declamato, cioè al testo poetico.  Va citato infine Olivier Messiaen (1908- 1992) grande maestro della musica contemporanea francese del quale si ricorda la monumentale opera lirica “Saint Francois d’Assise” (1983).

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